lunedì 27 ottobre 2008

raccontando il salone

tanto gusto questo è fuori discussione quanto gusto nell'incontrare
così tanti volti diversi, spinti da motivazioni differenti
in uno spazio enorme, il Lingotto di torino
(meglio, parte del lingotto che io soprannomino Lungotto per le dimensioni)
raccolti in un'atmosfera sospesa di profumi intrisi di sapori di tutto il mondo.
quel che mi ha colpito del salone, come si nota nelle foto sono soprattutto
i colori e gli occhi dei tanti che ho incrociato, inseguito con la camera,
osservato, dolcemente spiato, tutti quelli che a loro insaputa raccoglievano un assaggio
ed io alle calcagna a raccogliere impressioni.. quasi come questa raccolta potesse in un certo senso aiutarmi nel ritrovarmici io in tutta questa bizzarra dimensione.
i Presidi Slow Food hanno rappresentato una parte molto estesa ed interessante del Salone, non solo per le particolarità che i presidi sono volti a tutelare quanto per quel retrogusto internazionale che tra gli stand, i cucchiaini di assaggio e le voci si respirava a mani larghe.
in particolare, il cacao nacional del perù (e le sue fave di cui mi hanno gentilmente fatto dono e che ho sgranocchiato per tutta la visita, del resto ci voleva energia per tutti questi assaggi..), la vaniglia di Mananara (Madagascar), i datteri dell'oasi di siwa (egitto), il miele aromatico del Vulcano wenchi (Etiopia), olio marocchino di Argan (alimentare e non), il cardamomo di Ixcàn (Guatemala), l'uvetta afgana di Abjosh di Herat.. per arrivare alla ns Europa con il pollo guascone francese, il fagiolo nero di tolosa, il miele da bere polacco (2 bottiglie all'attivo per la sottoscritta), il formaggio verde di Tcherni Vit, tutti prodotti che ho assaggiato e in parte acquistato (il trolley si è rivelato valido assistente e spalla per il peso degli acquisti!).

I nostri italici sono numerosissimi e non saprei quali non citare per rispetto verso ciascuno di questi prodotti. Brevemente eccezionali i formaggi, dal Castelmagno d'alpeggio, al Bitto della Valle omonima, al Provolone del Monaco di Vacca Agerolese (Campano) per arrivare all'oca in onto veneta, ai mandarini tardivi di Ciaculli, al Capocollo di Martina Franca oppure la mortadella di Prato dalla grana meno sottile di quella emiliana e con un sapore di macis, coriandolo, cannella, pepe nero.. insomma credetemi una lista lunghissima che risulterebbe noiosa per un viaggio tra sapori e paesi per me inedito e che in parte si ha modo così di conoscere nelle tipicità e nelle lontane collocazioni geografiche!

Sono molto orgogliosa oggi di aver imparato che il sedano nero di Trevi è umbro e che la robiola di Roccaverano invece è piemontese, nè!
per quel che sento, l'ingresso merita solo per questo squisito e curioso viaggio nel mondo dei Presidi, senza dimenticare in questo breve racconto la nota squisita delle macchie di colore che distraevano dai cibi degli abiti dei piccoli coltivatori africani, asiatici ed europei. Insomma un carnevale di sapori e non solo!

Un altro momento piacevole del Salone è lo street food che in realtà non ha molto a che vedere con il cibo di strada tout court o meglio rappresenta un cibo che comodamente si può gustare per strada, passeggiando o sdraiati all'ombra di un mandorlo (i più fortunati) o di un salice (questo è il mio albero quando la primavera torna a bussare) e che comunque si caratterizza per essere davvero lo Sfizio a cui non resistere. Lo street food comunque ben si adatta a diventare home food.



Piacevole così ritrovare l'Antica Focacceria di san Francesco a Palermo che conobbi qualche anno fa con i suoi arancini ma soprattutto con il celeberrimo panino con la meuza che però ammetto di non apprezzare troppo, il Consorzio Focaccia con il formaggio di Recco della bella Liguria, un formaggio che definirei simile allo stracchino ma leggermente più acido e sapido di quest'ultimo (una focaccia spettacolare come solo gli amici liguri sanno fare), i calamari fritti della mia Riviera del Brenta, delicati, croccanti e vestiti in un cono di carta goloso, le bombette pugliesi di Alberobello ECCEZIONALI, in pratica una fetta consistente di capocollo arrotolata e ripiena di formaggio (la scelta del formaggio dipende da zona a zona e va dalla provola ad un formaggio più saporito) fumanti, croccanti, gustosissime e finite con qualche colpo di mascella (alla faccia dello slow..!).. e per finire la piadina romagnola che qui dalle mie parti si rispolvera sempre verso mattino quando si rientra da una serata lunga sotto le stelle!
Lo street food pur preso d'assalto è stato per quel che ho assaggiato, quasi tutto di quel che ho citato, efficiente, veloce, sostenibile quanto a rapporto porzione/prezzo (una porzione di bombette, circa 7/8, 5 euro) insomma davvero all'altezza di una massa scalpitante di gente che affamata non era ma in preda a raptus golosi cercava di afferrare al più presto il proprio bottino.
In questi casi molto slow si deve cercare di rimanere!
In coda lascio la parte dedicata agli espositori che meno naturalmente mi ha colpito, rappresentando la parte più convenzionale tipica degli eventi fieristici e meno filtrata.
Ho certamente incontrato produttori di senapi decise e saporite così come formaggi francesi libidinosi (non riesco a togliermi dalla testa un certo roquefort papillon, nemmeno al mattino, aiuto) quanto tuttavia produttori poco slow e in linea con standard qualitativi e gioco forza quantitativi simili se non coincidenti con quel che tra gli scaffali del supermercato incontriamo nel nostro agire quotidiano.
E' allo stesso modo evidente che una manifestazione di questa portata si sorregge anche con la partecipazione di chi non ha prodotti slow ma ha denaro per consentire agli slow di avere voce in un'occasione importante.
e nonostante questo ho avuto modo di ritrovare produttori affidabili, come il pasticcerre vicentino Loison ed apprendere solo ora, mea culpa, che il suo panettone al mandarino si impreziosisce del presidio slowfood del mandarino tardivo di Ciaculli dall'essenza indimenticabile.
Insomma tutto è conoscenza per chi ha occhi ed orecchie e la pazienza di scoprire anche dove si pensa di conoscere qualche notiza utile o anche solo sfiziosa su quel che avviciniamo alle nostre papille gustative a volte fin troppo assuefatte!
Ah! piccola nota verso tutti gli espositori che hanno offerto assaggi invitanti dietro piccola ricompensa, in alcuni casi a mio avviso anche eccessiva (50 cent o 1 euro per piccoli assaggi), a tutti questi rivolgo il quesito che si è sollevato in me mosso dalla considerazione che la partecipazione ad un evento fieristico deve avvicinare la gente, anche a costo di perdere qualche soldo a fine bilancio (del resto fiera è e fiera significa investimento in termini di immagine più che guadagno immediato) piuttosto che applicare ancora una volta la politica del guadagno facile contro ogni evidenza.
Del resto il prezzo del biglietto di ingresso, 20 € non abilita il visitatore all'assaggio generalizzato, inconsulto ed ingordo ma lo avvicina a quei sapori che chi offre deve poter mettere a disposizione e condividere.
Penso a Vinitaly e alla possibilità che offre -come corrispettivo di una tariffa elevata di ingresso- ai suoi visitatori di assaggiare a piccole dosi s'intende i molti vini che raccoglie.
Mi piace pensare che il prossimo salone del gusto sia anche occasione di incontro per chi mi legge ma soprattutto per tutti gli amici blogger che ogni giorno mi fanno compagnia con le loro ricette e soprattutto con la loro voce narrante.
altri scatti nei prossimi post!

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